Mobilità sostenibile

Pendolaria 2021: immobilità insostenibile

2 marzo 2022
Come circolo di Lecco abbiamo letto e condiviso con preoccupazione il “Rapporto Pendolaria 2022” pubblicato da Legambiente Lombardia in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale (TPL) della nostra regione.

Occuparsi di tutela dell’ambiente nel 2022 significa non poter prescindere da alcuni capisaldi, che vanno dalla riduzione del consumo di alimenti di origine animale alla riduzione dell’uso della plastica, dall’incentivo della raccolta differenziata alla riduzione del consumo di suolo. Tra questi capisaldi uno dei più importanti è sicuramente la riduzione dell’utilizzo dei veicoli privati a combustibile fossile in favore del trasporto pubblico, al fine di ridurre le emissioni di CO2. Risulta però assai arduo sensibilizzare i cittadini affinché prediligano il treno anziché utilizzare l’automobile, se l’offerta del servizio di trasporto pubblico è scadente e scoraggiante. Il rapporto Pendolaria rileva una situazione del TPL italiano insufficiente, e sottolinea come i numeri lombardi non siano consolatori alla luce della dimensione metropolitana della Lombardia.

“Ad essere insoddisfacente è anche la prestazione in termini di esercizio, al centro delle contestazioni dei comitati pendolari a causa di soppressioni e ritardi e frequenze insufficienti, oltre alla scarsa integrazione delle diverse modalità necessarie a completare gli spostamenti di milioni di utenti: il trasporto ferroviario è parte di un sistema che fatica a integrarsi con autolinee regionali, trasporto pubblico urbano e metropolitano, smart mobility, ciclabilità e parcheggi di interscambio.”

Nello specifico del territorio lecchese, il rapporto regionale sottolinea alcune criticità che non possono passare inosservate. Tra queste vi è sicuramente il fatto che la linea Monza-Lecco, su cui continuano a viaggiare treni diesel, sia apparentemente senza fondi, nonostante l’obiettivo di elettrificare i trasporti. Parallelamente, la linea Lecco-Sondrio è tra quelle linee che in molti tratti sono ancora a singolo binario, e da troppo tempo sono in attesa di collegamenti più rapidi e funzionali.

Abbiamo letto con interesse la lettera che Trenord ha fatto pervenire a tutti i suoi utenti tramite mail alcune settimane fa. Sebbene da un lato sia apprezzabile che per la prima volta da che ne abbiamo memoria l’azienda abbia fatto un tentativo “umanizzante” di comunicare con la propria utenza, le motivazioni riportate nella lettera ci appaiono purtroppo assai poco convincenti.

Ci sembra infatti estremamente riduttivo imputare gran parte dei disagi alle difficoltà dovute alla pandemia. Se da un lato è comprensibile che le corse abbiano subito ritardi e cancellazioni nei mesi critici in cui vi era carenza di personale a causa dell’elevato numero di contagi, sappiamo bene che i disagi per i pendolari risalgono a ben prima del Covid e si protraggono anche oggi che il numero di contagi è in drastica diminuzione. Ad esempio, qualunque pendolare che viaggia sulla linea Lecco-Milano via Carnate, ormai da anni ha diritto ogni mese all’abbonamento ridotto del 30% della tariffa. Tale riduzione, lungi dall’essere qualcosa di cui compiacersi, è dovuta all’utenza in quanto ogni mese la tratta è risultata al di sotto dello standard minimo di affidabilità in fatto di ritardi accumulati e soppressioni. Ciò restituisce l’immagine di una situazione cronicizzata nel lungo periodo e che per il momento non sembra affatto essere in via miglioramento, nonostante la progressiva sostituzione del materiale con treni nuovi, che dovrebbero mettere al riparo dai costanti blocchi dovuti a guasti sulla linea.

Temiamo che questo quadro sia in parte dovuto ad un indirizzo che per anni ha privilegiato l’alta velocità a scapito del trasporto locale, che è però quello che impatta più significativamente sulla vita quotidiana dei cittadini e sulla reale possibilità di una transizione ecologica a livello di mobilità territoriale (oltre ad essere una questione di raccordo cruciale in vista di Milano-Cortina 2026).

Vorremmo dunque sollecitare una presa in carico concreta di questa situazione critica relativa alla direttrice Lecco-Milano, cui va affiancata una rinnovata attenzione alla direttrice Lecco-Como, ad oggi estremamente trascurata e provvista di un quantitativo di corse troppo limitato per costituire una reale alternativa al mezzo privato.

Auspichiamo inoltre che le amministrazioni locali e provinciali pongano il tema del trasporto locale su rotaia tra le priorità delle proprie agende, cercando un dialogo a livello regionale e con Trenord. Crediamo infatti che le iniziative lodevoli messe in campo da molti Comuni in direzione di una maggior sostenibilità ambientale finiranno per risultare poco efficaci, se non vengono contestualizzate in un quadro più ampio di efficientamento e potenziamento delle linee ferroviarie locali. Si rischia inoltre di fare la scelta errata di mantenere il focus sul traffico su gomma, mettendo in campo una crescente quantità di progetti volti a creare nuove strade, tangenziali o raccordi automobilistici non in linea con la logica della transizione ecologica.


Il Circolo di Legambiente Lecco

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